...Ma nonostante quello che dicevo prima, su di te ho un vantaggio, amico, io sone voce, e la tua è solo scrittura, la mia è voce... la scrittura è sorda... questi suoni che ora senti nell'aria sulla tua pagina muoriranno, la scrittura li fissa e li uccide, come un fosile candito nel quarzo... la scrittura è una voce fossile, e non ha più vita, lo spiritu che aveva con quelle onde che vibranno nello spazio è esvanito... fra un po' la mia voce non ci sarà più, resterà la tua scrittura... certo, la puoi registrare con il tuo instrumento, ma sará morta, ance lì saranno sempre le stesse parole, immutabili, senza volontà all'infinito, non una voce, il simulacro di una voce... e invece quello que te sto dicendo, ance se lo dico a fatica, con queste mie corde vocale fesse che gracchiano, rontolano, queste parole sono vive, perché sono il mio respiro, finche c'è... la voce è respiro, scrittore, mettiti in ascolto, lo senti questo silenzio greve del fuori roto dal pianto della cicala? E il respiro afoso di questa campagna d'agosto... la senti?... respira come te e come me, e intorno tutto respira, questo globo que gira nello spazio, noi che ci giriamo sopra, e lo spazio in cui giriamo, e l'universo in cui gira lo spazio, e gli universi in cui gira l'universo (...) oggi per me è l'ultimo giorno, o il penultimo, di precisione non saprei bene, però fidati di quello che ti dico, il mio respiro è alla fine, lo sento, e dunque anche la voce, questa voce che ti a raccontato una vita come poteva, scusami, avrei voluto far di meglio, ma capirai... la vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata... sicchè quello che hai scritto è già un tempo resuscitato, ma non è il tempo di quel respiro que fu vivo, quello è un respiro irrepetibile, si può solo raccontare, come un grammofono...

 

Antonio Tabucchi
Tristano muore